Dislessia e lavori di gruppo:

Dislessia e lavori di gruppo:

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Con suggerimento di @edu_possibile, oggi voglio provare a individuare alcuni pro e alcuni contro in merito ai lavori di gruppo.

Iniziamo con le cose belle, i pro:

Sicuramente il poter lavorare in gruppo può aiutare l’alunno a integrarsi nel gruppo, può essere sostenuto dai compagni, può essere aiutato, può capire e imparare con più facilità (si parla lo stesso linguaggio tra compagni…).

Se il lavoro di gruppo è ben strutturato e con obiettivi specifici fin dall’inizio, i componenti sono pensati, si possono valorizzare le capacità di ognuno, rendendo così ogni elemento essenziale per gli altri e per il raggiungimento finale.

Ad esempio? Se X è bravo a disegnare, Y è bravo a leggere, L è brava a scrivere e P ha una buona capacità di elaborare le informazioni e ancora T è brava nella comunicazione e esposizione, ognuno di loro è indispensabile per l’altro, ogungo ha il suo compito e come pezzi di un puzzle, possono insieme formare una figura unica.

Questo fa si che anche l’autostima di chi ha più difficoltà cresca, perché si capisce che nonostante le difficoltà si è importanti (tornando al concetto affrontato qualche giorno fa, “il sentirsi meno importanti, inutili”), indispensabili e in momenti di difficoltà si può essere sostenuti.

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Ma, quali sono invece i contro?

Spesso, i lavori di gruppo vengono visti come un momento di svago, di perdita di tempo, facendo si che le attività non sono strutturate, non seguono un filo logico e pratico e ci si riduce all’ultimo per buttare giù qualcosa prima del momento della consegna.

Ancora, spesso in questi momenti, se il gruppo non è strutturato da un adulto o non si è creato prima un buon clima d’aula, ci si può trovare a essere l’ultima scelta, essere sempre l’ultima scelta non è bello.

Ancora, può non essere funzionale, là dove non si viene ascoltati perché considerati “inutili” o “non capaci”, quindi qualsiasi considerazione, idee non viene ascoltata dal gruppo, perché “eh ma se non sai neanche leggere cosa vuoi fare…”.

O ancora, si viene etichettati come secchioni, solo perché si ha una capacità diversa, siamo più creativi, abbiamo una capacità di problem solving migliore (se così si può dire) rispetto alla norma, arrivando così a dover fare tutto da soli nel mentre che gli altri fanno altro, facendosi prendere da ansia, stress e panico.

Cos’altro possiamo aggiungere? Se hai qualche altra osservazione, puoi scriverla qui sotto nei commenti!

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