Lettura di numeri a più cifre

Lettura di numeri a più cifre

Ciao!

Oggi voglio provare a spiegarti come leggo i numeri composti da più cifre.

Come sempre, quello che non riuscirò a spiegare a parole proverò a mostrartelo tramite immagine o schema.

Pronto/a? Iniziamo!

Caso 1: Partiamo dal caso più semplice, il primo numero che andrò a leggere sarà il numero

Nel momento in cui lo vedo, allontano i numeri tra loro, come a creare degli spazi, per evitare di sovrapporli uno all’altro.

Successivamente li osservo, come se li dovessi analizzare, cercando di riconoscere e abbinare ogni simbolo al suo significato (in questo caso non lo faccio perché sono numeri piccoli e semplici, ma tutti i numeri successivi al 2 cerco di abbinare il loro significato alla rappresentazione delle dita, li immagino sulle dita della mani).

Successivamente provo a raggrupparli tra loro, per semplificare il passaggio immagino una bolla che contiene il primo gruppo.

Guardando l’interno della bolla leggo automaticamente “dieci”, probabilmente perché anche questo è un numero che si vede spesso ed è semplice.

Aggiungo nella bolla il restante numero, lo 0.

Lo osservo, so che prima avevo 10, ora uno 0 accanto, lo riguardo e leggo “cento”.

Tutti questi passaggi avvengono nella mia testa, come se stessi utilizzando carta e penna, e sono molto veloci, impiego circa 3/5 secondi per la lettura di questo numero.

Caso 2: Proviamo ora a vedere un altro caso, simile, ma allo stesso tempo completamente diverso. Prendiamo il numero.

Il primo passaggio che faccio è osservare il numero, separare i numeri che lo compongono e allontanarli tra loro, per non sovrapporli o mischiarli.

Poi li racchiudo in bolle immaginarie, le conto, sono 3, capisco subito che si tratta di un numero del “gruppo cento”.

Nella mia testa c’è una definizione, o regola, che per quante cifre compongono il numero sa capire a cosa corrisponde ovvero:

2 cifre→ 10 → dieci

3 cifre → 100 → cento

4 cifre → 1000 → mille

Oltre invece non so andare… devo fare altri passaggi.

Osservo poi i numeri, o meglio dire le bolle una ad una, come se dovessi trovare una traduzione per ognuna di loro.

A cosa corrisponde questo simbolo? Qual’è il nome del simbolo che sto guardando? E il suo suono? E il significato..?

Per simbolo intendo il disegno del numero. (1…2…3…4…)

Per nome intendo la parola che si utilizza per chiamarlo (1 = uno)

Per suono mi riferisco al nome del numero detto a voce.

Per significato mi riferisco a cosa significa questo numero, ovvero, la corrispondenza numerica sulle dita della mano. Possiamo quindi dire che corrisponde al suo valore effettivo.

Possono sembrare cose banali ma, per me, non lo sono, sono tutte caratteristiche importanti, che solo dopo diversi tentativi e pensieri riesco a rispondere.

E’ come se ogni cosa detta sopra, sia una cosa completamente diversa e staccata dall’altra.

Inizio così ad osservare il primo numero, l’1, è semplice, è un numero che si utilizza spesso, mi servono pochi secondi per riconoscerlo, ma devo comunque osservare il disegno dell’uno, cercare nella mia testa a cosa corrisponde, associarlo al valore numerico sulle dita e poi trovare il suono della parola (siccome non lo devo scrivere elido il passaggio di trasformare il suono in lettere).

Passo poi al numero accanto, il 4. Anche qui faccio li stessi passaggi, il 4 a cosa corrisponde? Trasformo il disegno in quante dita corrispondono? Poi penso quante dita sono? 4, okay quindi il numero che sto leggendo è 4, così che ho trovato anche il suo nome/suono.

Stessa cosa avviene per il 7.

Ora ritorno a capo, riguardo il numero.

Salto l’1, perché so già appunto che riguarda il n. 100.

Passo al 4.

Ripenso alla sua rappresentazione sulla mano, penso al suo nome, “quattro”, vedo che accanto c’è un altro numero, quindi anche qui seguo la regola di prima

2 cifre → 10

So con certezza che è “40”.

Guardo il numero accanto, vedo il simbolo e come sempre cerco la sua traduzione, immaginando la sua rappresentazione sulle dita della mano, subito dopo abbino il suo nome ad esso “sette”.

Ora addiziono il 40 e il 7, (40 + 7) trasformandolo in: 47.

Prima allontano i numeri, come se fossero una cosa completamente diversa, distinta dal loro nome/suono e solo successivamente trovo a cosa corrisponde. 47 → “quarantasette”.

Torno nuovamente al numero iniziale 147.

Lo separo ancora una volta e questa volta, sapendo già ogni nome corrispondente al simbolo, lo leggo piano piano, come se lo stessi dettando.

100 → cento

40 → quaranta

7 → sette

cento…quaranta..sette

Tutto il tempo continuo a ripetere nella mia testa il disegno e quindi i simboli che lo compongono, per non dimenticarlo.

Caso 3: Vediamo ora un altro caso.

I passaggi iniziali sono sempre uguali, per non fare ripetizioni ve li riassumo brevemente qui sotto con una scaletta:

  • osservo il disegno
  • separo i numeri
  • traduzione dei simboli sulle dita
  • traduzione del valore n. delle dita in nome/suono
  • conto quante sono le cifre a comporlo

4 cifre lo compongono, vuol dire che c’entra il “gruppo mille”.

Sapendo che mille ha il primo n. separato dagli altri (1.000), lo faccio subito.

Metto poi un punto immaginario tra loro (tenendoli separati).

Lascio stare l’1, come sempre e passo al passaggio successivo.

Prendo come riferimento il 3, faccio velocemente tutti i passaggi per le traduzioni, poi lo riguardo e osservo la sua posizione, so che è il primo numero dopo il punto, vuol dire che riguarda il “gruppo cento”.

Subito penso 3 → 100 → 300.

Continuo a ripetermi le informazioni che ho per il momento per non dimenticarle (impresa ardua, ogni volta devo ricominciare tutto da capo).

  • 1.352 (il n.)
  • c’è un 1000
  • c’è un 100 ed è 3

Passo al numero successivo, il 5, anche qui faccio le solite traduzioni, successivamente penso, è il 2 n. dopo il punto, riguarda quindi i 10. faccio subito 10 → 50.

Lo aggiungo alla lista delle cose da ricordare:

  • 1.352 (il n.)
  • c’è un 1000
  • c’è un 100 ed è 3
  • c’è un 10 ed è 5

Vado all’ultimo numero, il 2, faccio anche per lui tutte le traduzioni e poi lo aggiungo semplicemente alla lista delle cose da ricordare.

Riguardo il numero iniziale, perché non ricordo più qual’è, così come i passaggi che ho dovuto fare fino adesso. Nel mentre che lo guardo però mi vengono tutti in mente, li analizzo piano piano e decifro il numero.

1. 352

1. X X X → mille

3 X X → trecento

5X → cinquanta

2 → due

Mentre lo decifro e quindi lo leggo lo faccio molto lentamente. Proprio come nel caso 2.

Quello che succede nel caso 3 succede per tutti gli altri numeri, es. 10.540 ecc.

Tutti i passaggi anche se sono davvero tanti avvengono velocissimi nella mia testa, sono per me fondamentali se voglio riuscire nella lettura di questi numeri.

Nel mentre che faccio i passaggi e che li leggo, molte volte sono accompagnata dall’ansia e dalla paura di essere lenta, di far annoiare chi mi sta aspettando, chi sta aspettando una mia risposta. Avete presente Bianco Coniglio o il coccodrillo di Peter Pan che hanno l’orologio che conta ogni secondo con “tic tac” ecco è come se nella mia testa ci fosse un’orologio che conta velocissimo “tic tac” e mi dice di muovermi perché sto impiegando troppo tempo. Questo fa si che dimentico più facilmente le cose e devo ricominciare tutto da capo.

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