Scrivere sotto dettatura

Scrivere sotto dettatura

Ciao!

oggi voglio provare a spiegarti i processi, i pensieri e i meccanismi che attuo nel momento in cui mi viene chiesto di scrivere sotto dettatura.

Come sempre, quello che non riesco a esprimere a parole cercherò di mostrartelo con uno schema, un’immagine o un disegno.

Prima di cominciare ed entrare nel cuore dell’argomento, ti posso dire che, i punti che vi elencherò qui sotto hanno molta importanza e sono:

– chi detta le parole o frasi lo fa lentamente o velocemente

– chi detta scandisce in modo chiaro le parole oppure no

– se le parole sono semplici o difficili

– se si scrive a mano o a computer

Ora, andiamo a vedere i casi che prenderò oggi in esame e andrò a spiegarvi:

– caso 1: dettato lento e scrittura a mano

– caso 2: dettato veloce e scrittura a mano

– caso 3: dettato lento e scrittura a computer

– caso 4: dettato veloce e scrittura a computer

CASO 1: DETTATO LENTO E SCRITTURA A MANO

Ed eccoci qui, siete pronti ad analizzare il primo caso insieme a me?

Se la vostra risposta è stata sì, bene, iniziamo!

Iniziamo facendo finta che, di fronte a me ci sia una persona, pronta a dettarmi delle parole che io dovrò andare a scrivere con penna e carta.

Iniziamo così il dettato.

La persona di fronte a me inizia a dettarmi delle parole, una alla volta, aspetta che finisca di scrivere l’ultima lettera della parola dettata prima di dirmi la successiva.

Così facendo ho il tempo di pensare e di scrivere concentrata, stando attenta anche agli errori che potrei fare, senza fretta.

Ma, cosa succede nel momento in cui mi viene dettata la parola?

Dopo aver sentito la parola che dovrò andare a scrivere sul foglio, la ripeto nella mia testa un paio di volte, come se stessi cercando una traduzione.

So di conoscere il suono, così come il suo significato ma… non riesco subito a capire a cosa esso corrisponde.

Un po’ come quando si è in un Paese straniero, dove tutti parlano una lingua diversa dalla tua, la conosci quindi, riesci a capire cosa ti stanno dicendo dal contesto della frase, ma non sei in grado di capire ogni singola parola.

Dopo aver associato il suono alla traduzione e alla corrispondente parola, devo fare un’altra traduzione, ovvero dalla parola alle lettere che la compongono.

Ripeto un’altra volta nella mia testa la parola, riascoltando quindi il suono, sapendo però subito la parola che gli corrisponde, me la ripeto più volte lentamente, come se la stessi scandendo, scanerizzando alla ricerca delle lettere che la compongono.

A mano a mano che la dico faccio la traduzione del suono in lettera e me la “scrivo” nella mia testa, componendola.

Molte volte tutto questo avviene insieme, nel momento in cui faccio la prima traduzione faccio anche la seconda. A volte invece, dove la parola è più difficile o “antipatica” devo farle separate.

In qualsiasi caso questi passaggi mi sono necessari per andare al prossimo passaggio.

Ora provo a illustrarvelo sotto forma di schema:

Finalmente riconosco la parola e arrivo anche a scoprire il suo significato.

Durante un dettato difficilmente cerco di trovare il significato della parola, mi fermo al passaggio prima. Nel dettato lento dove ho più tempo però può succedere che lo cerco e cerco di collegarlo e tenere a mente cosa mi sta dicendo la frase, il testo che sto scrivendo (cosa che invece nel dettato veloce mi è impossibile).

Nella traduzione della parola e quindi la ricerca del suo significato non necessariamente si ferma alla sua conoscenza e quindi alla sua definizione, se ad esempio è un oggetto, un’animale, un luogo, ecc.. posso trovarlo tramite immagine.

Es. la parola è casa, immagino una casetta

Solo dopo vado a pensare “ah significa casa” prima mi compare l’immagine.

Se invece non la posso rappresentare per immagine salto questo passaggio.

Anche se sembrano/sono tantissimi passaggi, li faccio tutti molto velocemente e anche a scrivere sono veloce perché so di avere il tempo per pensare.

Il testo è pulito e ordinato.

Alla fine del dettato non sono stanca.

CASO 2: DETTATO VELOCE E SCRITTURA A MANO

Facciamo finta che, questa volta chi mi detterà le parole da scrivere le dica velocemente, più di una alla volta, magari una sequenza di tre parole alla volta oppure un’intera frase e aspetta solo qualche secondo prima di continuare.

(questo mi succedeva spesso verso la fine delle medie e sopratutto alle superiori in alcune materie)

Nel momento in cui sento il suono delle parole che mi sono state dette le ripeto dentro di me, un paio di volte, come sempre alla ricerca della loro traduzione.

(tutti i passaggi che vi ho elencato prima, per intenderci)

Questa volta però, sapendo di avere poco tempo a disposizione, prima che mi vengano dettate le nuove parole, salto la parte della traduzione da suono a parola e faccio direttamente da suono a lettere, ripetendomi la parola lentamente, come se la stessi scansionando e analizzando le lettere che la compongono. Ogni scansione di una lettera la traduco velocemente nella mia testa in simbolo e la segno sul foglio.

Nel mentre che faccio questi passaggi e devo continuare però a ripetermi le altre parole per non dimenticarle (impresa ardua), molte volte succede che mi dimentico qualcuna, di solito l’ultima, o la cambio, sicura che sia quella giusta ma in realtà è tutta un’altra parola.

In questo tipo di dettatura mi perdo facilmente dopo poco tempo, perdendo sempre più parole, confondendomi sempre di più, stancandomi moltissimo.

Questo perché registro un sacco di informazioni, devo fare molti passaggi e traduzioni, che anche se limito perché in questa tipologia non cerco la traduzione appunto da suono a parola, come il significato delle parole e di capire il testo, mi stanca molto.

La maggior parte delle volte, a inizio dettato scrivo in stampatello, perché penso “così scrivo più ordinato”, dopo la prima frase però passo a scrivere in corsivo misto minuscolo (la mia normale scrittura) per poi proseguire e finire con abbozzare delle parole, di solito in un corsivo molto allungato, composto dalle prime lettere e ultime chiare e in mezzo ondine o righe allungate. Confondendo anche di più le righe, gli spazi.

Nei testi scritti con questa dettatura si possono notare tutti quegli errori ortografici e fonologici (es. doppie, lettere invertite, “d” al posto di “b” , ecc..) che facevo sopratutto da piccola, che ora non faccio più, ma qui ci ricado, perché non ho il tempo di pensare, prestare attenzione e in caso correggere, so che devo andare avanti il più veloce possibile.

Nel testo si possono notare molte cancellature. Alla fine mi sento davvero molto stanca.

CASO 3: DETTATO LENTO SCRITTO A COMPUTER

Questa volta facciamo finta che, la persona di fronte a me, mi chieda di scrivere le parole che mi dirà, al computer.

Premetto nel dirvi che conosco la tastiera molto bene, non ho bisogno di guardarla per scrivere, una volta posizionate le dita sui miei punti di riferimento sono in grado di scrivere molto velocemente e fluidamente senza dover guardarla.

Per rendere l’idea sulla velocità mi sono fatta filmare mentre scrivevo..

Fai click qui

Iniziamo così il dettato.

Mi viene detta la prima parola da scrivere, la ripeto una volta nella mia testa, la “registro”, come se la segnassi da qualche parte (tipo post-it).

La ripeto un’altra volta e nel mentre le mie dita si muovono con sulla tastiera, è come se il suono delle varie lettere che compongono la parola, mentre le dico a voce dentro di me fanno muovere le dita sulla tastiera e si scrivono sul computer.

A differenza di quando scrivo a mano, non ho bisogno di pensare al “simbolo” che corrisponde alla lettera e quindi di tradurlo, a me basta ripetermi il suono, e automaticamente so che corrisponde a quell’esatto posto sulla tastiera, ma non penso “sto dicendo la “f” e quindi devo cercare la “f” “. E’ come se il suono da il comando alla mia mano di muoversi e lei va da sola dove deve andare.

In pochissimo tempo ho scritto la parola, aspetto la successiva, il mio dettatore (?) aspetta, non volendo essere troppo veloce tra una parola e l’altra, non sapendo quando ho finito.

Essendo veloce e non avendo bisogno di fare tutti i passaggi che invece per la scrittura a mano devo fare ho del tempo libero/dello spazio tra le parole, che anche se è pochissimo a me sembra tanto e rischio in ogni piccola pausa di perdere la concentrazione, distraendomi con/per qualsiasi cosa.

Al termine di questo tipo di dettatura sono stanca, non per quanto ho scritto ma per l’attenzione che ho dovuto mettere nel “non distrarmi”.

Per distrazione intendo, qualsiasi tipo di rumore, giocare con la tastiera, ecc..

CASO 4: DETTATO VELOCE E SCRITTURA AL COMPUTER

Siamo arrivati all’ultimo caso.

Facciamo ora finta che, la persona che andrà a dettarmi il testo che dovrò scrivere al computer, inizi a dettarmi più parole alla volta, aspettando poco tempo prima di continuare e dettarne di nuove.

Come sempre appena sento il suono delle parole me le ripeto un paio di volte nella mia testa, per “registrarla”.

La ripeto un’altra volta, questa volta più lentamente, come se la stessi scandendo e dettando, lettera per lettera.

Nel mentre le mie mani si muovono fluidamente sulla tastiera e compongono la parola.

Nel mentre continuo a ripetermi il resto delle parole per non dimenticarle (cosa super difficile per me visto che il mio punto debole è proprio la memoria.

Come nel caso 3, non ho bisogno di tradurre il suono della lettera in simbolo, mi basta ripetere la parola lentamente, come se stessi parlando a “rallentatore” e nel mentre le mie dita sanno automaticamente dove andare.

Non ho quindi bisogno di pensare “sto pronunciando questa lettera, a che simbolo corrisponde?”.

Io non so a cosa corrisponde, ma le mie dita sanno il suo posto sulla tastiera e vanno li.

Mentre scrivo alla tastiera, non ho pensieri, mi sento come “vuota”, non vedo immagini o simboli come invece avviene mentre scrivo con la penna, è come se guardassi un foglio bianco per intenderci, e nel mentre che mi ripeto le cose le digito, senza collegare nessun altro pensiero o informazione.

L’unica cosa che posso fare, dove c’è una parola un po’ più complicata è muovere le labbra, senza emettere nessun suono, come se le sussurrassi.

In questo caso, anche se la dettatura avviene molto veloce, con pochissime pause, riesco a starci dietro e scrivere tutto quello che mi viene detto.

Non cerco il significato/la definizione delle parole, non capisco, non mi concentro sul testo.

Solo verso la fine posso iniziare a sentirmi stanca, perché comunque la concentrazione è molto alta, anche se non me ne rendo esattamente conto fino a che non mi sento stanca come se avessi corso per diversi km senza soste.

In questo tipo di dettato, si possono notare quegli errori che ancora oggi, nonostante ho imparato a compensare bene, faccio. Come ad esempio alcune parole che continuo a sbagliare, alcune doppie, alcuni apostrofi o accenti.

Durante il dettato scrivo, senza leggere cosa sto scrivendo, se c’è un errore passo avanti senza guardare cosa effettivamente ho sbagliato, per non distogliere l’attenzione sul compito che sto facendo. Solo alla fine andrò a cercare le righe rosse che il computer mi sta segnando e correggere gli errori.

A me personalmente piace di più il dettato veloce con scrittura a computer, perché mi diverto, la vedo un po’ come una gara, devo scrivere super veloce.

L’importante però è che non è troppo veloce o con troppe parole, es. più di 5 alla volta perché sennò anche in questo caso mi perdo, me le dimentico o le sostituisco quindi va a finire che mi arrendo e lascio stare.

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