Il rientro a scuola dopo le vacanze estive…

Il rientro a scuola dopo le vacanze estive…

A settembre le scuole riaprono, le vacanze finiscono e le vite frenetiche riprendono.

C’è chi è felice di tornare a scuola, chi indifferente e chi lo vive invece davvero male.

Nel box delle domande ho raggruppato un po’ di risposte alla domanda “sei/eri felice di tornare a scuola?”, che riporterò qui sotto.

Risposta 1: sì, mi piaceva preparare i materiali per l’anno dopo

Concordo, anche a me piaceva molto comprare il nuovo astuccio, la cartella, il diario, gli oggetti di cancelleria, non vedevo l’ora di poterli usare.

Risposta 2: no, i compagni erano quasi tutti delle bestie

Anch’io non ho avuto la fortuna di trovare classi accoglienti, inclusive, anzi tanti erano bulli, e chi non mi prendeva di mira mi ignorava completamente, tornare a vivere tutto questo non mi invogliava di certo..

Risposta 3: no, andare a scuola mi stressa, verifiche… Interrogazioni…

Anche per me tutto ciò era davvero stressante e richiedeva un sacco di energia fisica e psichica.

Risposta 4: no, ansia è la prima emozione che provo a questa domanda

Anche per me, l’ansia che sia positiva o negativa, è sempre sotto braccio.

Risposta 5: no, volevo stare con mia mamma, fino alla fine delle elementari, avevo la “mammite”

Magari perché stavi bene con lei, eri più tranquilla! Anch’io stavo bene a casa, stare in famiglia e in vacanza.

Risposta 6: sì, perché guardavo fuori dalla finestra l’iniziare dell’inverno

Belloo! Io per decisione mia non stavo mai vicino alla finestra, rischiavo di distrarmi troppo, ma bello!

E ora rispondo io…

Sì, ero felice di tornare a scuola, non che la vivessi bene, tra insegnanti e compagni e difficoltà era come un enorme montagna da scalare ma… A me le cose semplici non piacciono e.. Quindi a questa domanda rispondevo sempre “sì”.

Ero contenta di tornare a scuola, perché sapevo che stavano iniziando nuove sfide da affrontare, per me la scuola era una specie di gioco a livelli, si passava al livello successivo, ogni qual volta che veniva raggiunto l’obiettivo prestabilito. Per me ogni giorno era una challange, e questo mi eletrizzava un sacco, e non vedevo l’ora di entrare in campo, pur sapendo che sarebbe stato un lavoro lungo, faticoso e difficile.

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