Un sincero consiglio agli insegnanti degli alunni DSA:

Un sincero consiglio agli insegnanti degli alunni DSA:

Oggi voglio provare a rispondere a questa bellissima domanda di @anninasegalla.

Premetto che non è facile, ma proverò a dare una risposta.

Cari insegnanti, cari docenti,

non sgridate i vostri alunni perché fanno errori, perché leggono male, perché sbagliano a scrivere, perché scrivono male, perché sono più lenti rispetto ai compagni. Lo sanno, ve lo assicuro, e non ditegli quelle frasi come “muoviti!”, “dovresti solo impengarti un po’ di più” perché, sono sicura, almeno per la maggior parte dei casi già ci stanno provando, già lo stanno facendo. Per noi non è facile, noi ci proviamo sempre, anche se agli occhi degli altri può non sembrare e continuare a farcelo notare, rimproverarci non aiuta è come mettere del sale su una ferita non ancora chiusa, brucia vero?

Vi chiedo allora di sostenerli, di aiutarli, di cercare di capire perché sono più lenti, perché stanno facendo questi errori, come potreste aiutarli, sosteneteli, fategli capire e dimostrategli che anche loro valgono, hanno qualcosa di bello, sono capaci anche loro.

Vi chiedo ancora di essere loro alleati, di cercare di trovare strategie, giochi, altre strade insieme a loro, non di mettergli i bastoni tra le ruote. Vi chiedo di non fargli una colpa o penalizzarli perché usano mappe o schemi, ne hanno bisogno, dal tronde anche il cellulare senza batteria non funziona giusto? O stampare un libro senza inchiostro non ha molto senso, non è un libro, giusto?

Vi chiedo di guardare ogni alunno come diverso dall’altro, con potenzialità, difficoltà diverse, non siamo tutti uguali, anche se ad accomunarci c’è un etichetta, una diagnosi. Siamo diversi… come esistono diversi tipi di farine, c’è la farina bianca, quella di segale, quella integrale… Sono tutte farine, ma diverse…

Vi chiedo inoltre di non farvene una colpa se una strategia non funziona, di non sentirvi in colpa se non siete in grado di aiutare i vostri studenti, vi chiedo di mettervi a sedere, insieme a loro, magari anche facendo una passeggiata tra i corridoi della vostra scuola e provare a confrontarvi, abbassandovi al loro livello, toglietevi la maschera dei professori per un attimo, siate persone, umani, cercate di ascoltarli, cercate di capire dov’è la loro difficoltà, se già in mente hanno una possibile idea per compensarla e potete lavorarci insieme, provate a capirli e concordare con loro.

Siate gli amici l’uno dell’altro, mai i nemici. Vi assicuro, che così starete meglio sia voi che loro.

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